Caso Froome, Vegni non vuole una nuova vicenda Contador e si interroga per la “curiosa coincidenza”

Periodo difficile per Mauro Vegni. Dopo le numerose problematiche legate alla Grande Partenza da Gerusalemme, è arrivata la tegola dovuta alla positività di Chris Froome al salbutamolo. Il leader della Sky doveva essere il grande nome del Giro d’Italia 2018, ma a questo punto regna l’incertezza, considerando anche le lunghe tempistiche che si temono riguardo un verdetto. Uno scenario che non può non ricordare quanto successo pochi anni fa con Alberto Contador, che si presentò al via del Giro d’Italia 2011 senza conoscere il suo destino per la positività al clenbuterolo, che poi gli valse una squalifica retroattiva, privandolo proprio del titolo alla Corsa Rosa, poi assegnato a Michele Scarponi.

“Io credo fermamente che quella di Contador sia stata una vicenda unica che non deve più ripetersi – commenta Vegni a Il Giornale Il ciclismo non può permettersi una situazione del genere: se un corridore può correre, ha il diritto di farlo nel pieno delle sue facoltà, di vincere o perdere con certezza. E credo che in questo anche l’UCI debba assumersi le proprie responsabilità“. Un appello molto chiaro quello del direttore del Giro, che giustamente vorrebbe evitare una nuova potenziale modifica al palmares, ma che soprattutto vorrebbe potersi evitare anche evitabilissime polemiche in itinere.

D’altro canto, non nasconde la sua perplessità per una vicenda le cui tempistiche sono state perlomeno infauste. Effettivamente, pochi giorni dopo l’annuncio del Keniano Bianco, la notizia della sua positività (di cui i diretti interessati erano già a conoscenza dal 20 settembre) viene fuori sui giornali, costringendo così Sky e UCI ad ammetterne la veridicità, facendo scoppiare il polverone che rischia di investire, di riflesso, la Corsa Rosa. “Dalla nostra posizione di società organizzatrice tra le più grandi del mondo dico che sono i tempi della vicenda a lasciarmi perplesso – ammette Vegni – Forse siamo semplicemente sfortunati, ma appena annunciamo in pompa magna la presenza di Froome al prossimo Giro… bum, ecco che ci cade questa tegola addosso… Posso almeno dire che è una curiosa coincidenza?

Un colpo duro “per lui, per il ciclismo, per noi tutti”, aggiunge il dirigente romano, senza comunque voler entrare nel merito della vicenda, né tantomeno prendere una posizione, lasciando che siano gli organi preposti a giudicare la questione. “Non ci voleva, questo è chiaro – commenta – Non è mai bello quando si deve far ricorso alle aule di un tribunale o a un laboratorio di ricerca. Ritengo sia giusto e sacrosanto mantenere alto il livello di attenzione per garantire al ciclismo la massima credibilità”. Ma che tutto sia fatto in tempi brevi…

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